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La foresta degli addii

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Le foto di ieri fatte a brandelli dal tuo cane

 

mentre gli scatto una foto e lo chiamo Bastardo

 

regalandogli quel nome

 

che ti rifiutavi di trovargli

 

perchè dicevi di conoscerlo ancora poco,

 

le birre bevute sui muretti di una periferia bugiarda

 

che si prende gioco di noi

 

a raccontarci che faremo da grandi:

 

io voglio fare il malato mentale

 

avevo le idee chiare

 

io la strizzacervelli

 

avevi le unghie sporche di terra

 

-coi nostri cuori infranti giriamo ancora a vuoto

 

le ali piegate per bene lasciate nell'armadio

 

tra la federe del corredo-

 

così ti potrò curare dicevi credendoci davvero

 

e ti sarebbe bastato un bacio.

 

Non facciamo più i sogni di una volta

 

abbiamo perso smalto e memoria.

 

ricorda non c'è da far promesse perchè al solito

 

entreremo camminando a capo chino nella foresta degli addii

 

dove le radici sono corte e non trattengono le linfe vitali

 

sono buone come nascondiglio per piccoli animali

 

in cerca di un riparo momentaneo

 

i tronchi pelle di pietra sono freddi al tatto

 

e la Luna li rende lividi di blu

 

i rami scoscesi ti cercano il ventre

 

e le foglie non fanno altro che cadere giu all'infinito

 

fino al mattino che non verrà

 

se non a dieci passi dall'ombra dell' ultimo albero.

 

Ci raccontavamo storie così tenendoci per mano

 

guardandoci negli occhi per andare via da qui.

 

Alla fine siamo rimasti

 

 

 

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